12/15/2022 0 Comments GenovaPensavo di aver abbandonato questo blog, e forse così è, ma stasera l'ho ritrovato e ho pensato che magari valeva la pena chiuderlo per bene. Guardo il ponte del Kansai Airport in copertina. Nell'aprile 2018 i miei genitori erano venuti a trovarmi a Osaka, poche settimane prima che la lasciassi alla volta di Regensburg. Li avevo riaccompagnati all'aeroporto, mi ero fermata a Rinku Town e mentre aspettavo che i negozi dell'Outlet aprissero ero andata a passeggiare nel parco vicino al ponte. Quel ponte ormai mi sembrava un paesaggio familiare, ed ero acutamente consapevole che da lì a poco me ne sarei andata, in qualche modo gettando alle ortiche quella familiarità che non era venuta facilmente. Ho lasciato traccia di diversi cambi di pelle su questo blog, cambi di città, svolte sentimentali e colpi di scena lavorativi che ho vissuto come metamorfosi o cambi di rotta. Da pochissimo vivo in un'altra città, e tutto il resto...non è più come dallo scorso aggiornamento di questi blog, ma stranamente non mi va di scriverne. Forse perché sento che si tratta più di processi che di svolte e colpi di scena. Processi che mi danno da macinare e con ingranaggi da proteggere. E poi, questo blog era nato quando ancora dovevo "tenere aggiornate" su di me persone che vivevano piuttosto lontane e vedevo raramente. Ora mi sono riavvicinata considerevolmente ad alcune persone, altri contatti si sono allentati, e i blog non sono più tanto una cosa di questo tempo. Insomma, sapete dove trovarmi.
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7/28/2021 0 Comments Quante vite ho immaginatoEro piccinina, e con te mi immaginavo escursionista, su per i monti e in mezzo alla natura, e poi a sorridere soddisfatta davanti a un piatto di gnocchi in rifugio mentre fingevo di non accorgermi che mi stavi fotografando. Sempre con le macchine fotografiche appresso, venerandone di nuove e di vecchie, discutendo di profondità di campo, regola dei terzi, tempi d'esposizione. Domeniche pomeriggio tra fumetti e riviste d'archeologia, il profumo della pasta fresca con pesto alla siciliana in sottofondo. Sigur Rós e musica folk. Nella portiera della Fiesta raccoglievo fiori, foglie e rametti che raccattavo durante le passeggiate. Il futuro non aveva tempo e forma, all'epoca il presente era così pieno e scorreva a una velocità che a compararla con il presente di ora, era lentissima.
Come molti di voi sapranno, l'anno scorso ho cambiato lavoro (più o meno) e città. Quali sono stati i motori di questa scelta? Putroppo in tempo di pandemia l'introspezione galoppa libera, quindi questo post sarà molto lungo, e la prenderò molto alla larga. Vedete voi, leggetelo a pezzi, leggete una riga su 5, o rassegnatevi, tanto fuori fa freddo e siete in reclusione da pandemia anche voi.
8/16/2020 0 Comments Tornare a Trieste - parte 2
8/11/2020 0 Comments Tornare a TriesteTornare a Trieste d'estate per me è sempre un tuffo nella nostalgia e nella bellezza. Più di quando torno a Natale: lì fa piacere rivedere famiglia e amici, ma il mio habitat naturale è Trieste d'estate. Si sta all'aperto. Nessuna parte di me patisce il minimo freschino, anche se ho solo infilato un vestito di cotone da niente e sto ciabattando coi miei in birkenstock, in omaggio alla mula che sciabattava da maggio ad ottobre che ero anni fa. Andando in città si vedono persone di ogni età mischiate a passeggiare, e non sapete quant'è raro in Inghilterra vedere gruppi di persone non omogenee. Fa bene al cuore notarlo. Le persone sono vestite...bene! D'accordo, il Triestino non è noto per essere il meglio vestito d'Italia, eppure uno non incorre in particolari traumi visivi. Che io ve lo giuro che la settimana scorsa davanti a Kings Cross alla luce del giorno ho visto una ragazza in reggiseno. Non crop top con le crisi d'identità, reggiseno consapevole, bianco con coppa a triangolo preformata ma non imbottita e allacciatura in pizzo elastico. Non prentedevela, lo so che siamo tutti liberi di vestirci come vogliamo - lungi da me andare a castigare, ma no, non siamo tutti belli e appropriati a luoghi e situazioni qualunque cosa ci mettiamo addosso. Ecco, la novantenne in me ora si sente meglio, e può tornare a parlare di Trieste.
7/28/2020 0 Comments Guidare a LondraVi potrei raccontare dei dilemmi morali derivanti dall'avere dei biglietti Londra-Trieste per la settimana prossima. Partire è da egoisti? Non partire è da egoisti masochisti? Un dibattito interiore dalle mille sfaccettature, nessuna delle quali particolarmente interessante.
Vi potrei raccontare di come sia dolce iniziare ad innamorarsi di una città nuova, che è enorme eppure ricoperta al 48% di spazi verdi, di un quartiere, del nuovo panificio preferito, del nuovo fruttivendolo preferito, dell'uomo della bottiglieria Dracula che ha vini rumeni deliziosi e primizie a sorpresa in cassette appoggiate qua e là. Come i cetrioli che dalle mie parti chiamiamo "nostrani". E che ti dice di non comprare i pomodori oggi, perché domani gli arrivano quelli freschi dalla Romania (dopo anni in Francia e in Inghilterra, sospetto che se non mi hanno convertita lì alla convenienza del megasupermercato one stop, non c'è modo di convertirmi). 7/4/2020 0 Comments LondraPrima pensavo che mi ci sarei trasferita il 29 marzo.
Poi è iniziato il lockdown e una parte di me è stata contenta, avrei passato un po' di tempo in più con l'Inglese, prima di imbarcarmi in una nuova relazione a distanza, idea che mi terrorizzava. Non sapevo se avrei potuto farlo di nuovo, magari la mia quota di resistenza a questo tipo di situazione è finita. 5/15/2020 0 Comments L'arco sul vuotoQuesto post è diverso dai soliti sproloqui di me, di cosa faccio e dove vado. Si tratta di un racconto che scrissi un paio di anni fa per un sito che nel frattempo ha chiuso. E siccome ogni scarrafone è bello a mamma sua, mi dispiaceva salvarlo in qualche cartella sul mio computer e poi perderne traccia. Ma abbiate pazienza: mi cimento poco con il genere non (del tutto) autobiografico, e non so come si faccia. Non che abbia il tocco magico per l'autobiografia, ma se siete qui, ve ne siete già fatti una ragione.
4/29/2020 0 Comments ...Sei tu.Pensavo di scrivere questo post e pubblicarlo, forse, quando questo periodo sarà finito. Certe volte uno non può proprio far sapere proprio tutto quello che sente. Sul momento, deve rassicurare, sorridere ed essere tranquillo, che i congiunti ed affetti stabili di questi tempi ne hanno bisogno.
Però domani è il primo maggio, e forse tacere in questa circostanza sarebbe un'occasione sprecata. Ieri sera ho sentito mia madre al telefono. Lavora in un supermercato. 26 Marzo 2020. Oggi ho lasciato l'appartamento alla Crispin House.
Vuoto sembrava quasi come la prima volta che l'avevo visitato, con l'arredamento fornito sconvolto nella posizione ma tornato spoglio dalle mie cose sparse qua e là. Con quella luce e quei colori che me l'hanno fatto sentire Casa fin da subito. Il mio nido e rifugio. Con i mattoni a vista, quel tavolino colorato in legno non del tutto lavorato e non del tutto grezzo, quelle finestrone grandi per non perdersi neanche un granello di luce. |